CRONACA

Partinico, poliziotto finito sotto processo dopo un arresto: assolto in appello

Da accusatori ad accusati e addirittura condannati. Oggi però riabilitati. E’ la storia di due poliziotti della provincia palermitana che in appello sono stati assolti con formula piena perchè “il fatto non sussiste”. Erano finiti sotto processo per una vicenda che aveva riguardato la presunta aggressione ad un uomo nel febbraio del 2013 all’interno di un locale della stazione ferroviaria di Palermo.

Ad essere finiti sotto accusa Antonino Di Marco, 46 anni di Partinico, e del collega Giuseppe Librizzi, 51 anni, entrambi all’epoca assistenti capo presso il compartimento di polizia ferroviaria di Palermo. In primo grado erano stati condannati con le accuse di falso e calunnia ad un anno e mezzo ciascuno, pena sospesa; ora in appello entrambe le accuse sono cadute. Le motivazioni saranno depositate  entro 15 giorni dalla seconda sezione penale della corte d’appello di Palermo.

Già in fase dibattimentale la stessa Procura aveva anche escluso l’accusa di calunnia ma alla fine non ha retto nemmeno il reato contestato di falso. I due agenti furono incastrati quando intervennero per arrestare tale Marcello Torres che all’interno di un locale aveva creato scompiglio chiedendo minacciosamente di essere servito nonostante l’orario di chiusura. Da qui la richiesta d’intervento dei poliziotti, chiamati dai dipendenti dello stesso esercizio commerciale, che avrebbero cercato dapprima di convincere verbalmente l’uomo, il quale a sua volta però li avrebbe apostrofati pesantemente.

Durante il processo il giudice visionò il filmato interno del locale delle telecamere a circuito chiuso e in seguito decise di assolvere da ogni accusa Torres e di far finire sotto processo invece i due agenti. Secondo il magistrato sarebbero stati i due agenti ad aggredire Torres colpendolo e strattonandolo per il collo fuori dal locale senza che l’arrestato avesse in realtà opposto alcuna resistenza.

Nel corso del dibattimento in appello, però, i legali dei due agenti, Nicola Degatano per conto di Di Marco e Francesco Costantino per conto di Librizzi, hanno portato a loro supporto delle testimonianze che avrebbero evidenziato come i due agenti sarebbero stati veramente aggrediti al di fuori del locale, dove non vi erano telecamere.

Ad essere confermata la circostanza che Torres avrebbe dato un morso agli agenti e colpito uno di loro alla testa con il manganello che gli aveva poco prima sottratto. Ricostruzione che ha evidentemente convinto la seconda corte d’Appello che dunque non ha ritenuto falso il verbale che i due agenti nel 2013 stilarono, in cui per l’appunto riportarono questa aggressione fisica accusando quindi Torres, tra le altre cose, di resistenza a pubblico ufficiale.
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