Cronaca

Partinico, processo a Pino Maniaci per estorsione e diffamazione: l’imputato si autoproclama “vittima”

Ieri altra udienza al processo a carico di Pino Maniaci, fac totum dell’emittente televisiva di Partinico Telejato accusato di estorsione  e diffamazione a mezzo stampa. Era in prosecuzione alla precedente udienza nel corso della quale non si era riusciti a completare l’esame dell’imputato.

Un’udienza lampo in cui Maniaci ha risposto quasi esclusivamente alle domande che gli sono state poste dai suoi due legali difensori, Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia. Si può riassumere quest’ultimo dibattimento in un’unica frase: in pratica il giornalista si è posto come “vittima”.

Da una parte ha continuato a ribadire che il provvedimento di divieto di dimora nei suoi confronti all’epoca in cui scattò l’operazione “Kelevra” è stato frutto solo un complotto contro di lui per le sue “inchieste” contro il tribunale delle misure di Prevenzione.

Per quanto concerne poi il reato di diffamazione nei confronti del giornalista Michele Giuliano, dell’artista Gaetano Porcasi e dell’operatore tv Nunzio Quatrosi, vicenda legata al filone di questa indagine per via dell’utilizzo strumentale della tv, come appurato dalle intercettazioni, contro quelli che definiva “nemici”, si è definito allo stesso tempo vittima soprattutto in relazione a presunti articoli giornalistici contro di lui definiti addirittura “diffamatori”.

Tornando all’accusa di estorsione ai due sindaci dell’epoca di Partinico e Borgetto, Gioacchino De Luca e Salvo Lo Biundo, l’imputato ha sostenuto davanti al giudice che ha sempre garantito il diritto di replica e che mai nessun governo cittadino è stato risparmiato dalle critiche della sua emittente. Sotto questo aspetto l’accusa nei confronti di Maniaci è quella di aver fatto pressioni agli amministratori, minacciandoli di servizi lesivi giornalistici nei loro confronti, in cambio di denaro o favori.

Per quanto concerne poi le diffamazioni, questa udienza si è quasi esclusivamente incentrata su Giuliano: “Da quando 20 anni fa è andato via dalla nostra emittente con la quale collaborava – ha sostenuto il factotum di Telejato – ne è nato una specie di antagonismo giornalistico, della serie ‘chi è più bravo e importante’. E da allora, da sempre mi ha tartassato con servizi televisivi e giornalistici fatti di continui attacchi”.

L’avvocato Ingroia lo ha incalzato chiedendogli allora perchè non ha mai sporto e querela e Maniaci ha risposto: “Io non ho mai sporto querela contro nessuno, la considero una mannaia, un’intimidazione. Per me più consono difendersi nelle sedi televisive piuttosto che una denuncia per diffamazione. Sopporto abbastanza bene tutto quello che mi fanno. Le consegnerò – aggiunge Maniaci riferendosi al giudice – decine e decine di servizi giornalistici fatti nei miei confronti. Le mie frasi sono consequenziali alle cose dette contro di me”.

Posizione alquanto singolare, questa, dal momento che Maniaci al contrario diverse volte ha minacciato proprio Giuliano attraverso la sua emittente che avrebbe presentato proprio contro di lui querele per diffamazione. Ma non era contro le minacce e le intimidazioni?