CRONACA

Borgetto, carabiniere sindacalista arrestato: attestava missioni-fantasma a Roma, in 20 mesi 50 mila euro

Non andava quasi mai a lavorare alla stazione dei carabinieri di Borgetto. Era sempre impegnato nelle sue attività sindacali, o almeno così attestava. Invece i colleghi del gruppo Monreale hanno scoperto ben altro, e cioè che avrebbe finto di essere sempre in attività sindacale, prendendo oltretutto lauti compensi al punto che in alcuni casi il suo stipendio triplicava rispetto a quello base che gli sarebbe spettato.

La storia è quella che riguarda Alessandro Rumore (nella foto), 47 anni, residente a Borgetto e almeno sulla carta impegnato alla stazione dello stesso paese. In realtà però andava poco e niente in caserma perchè risultava essere in distacco sindacale essendo delegato nazionale del Cocer, l’organo di rappresentanza dell’Arma. Per caso però i suoi stessi colleghi si sono resi conto che quelle missioni che lui attestava a Roma non erano reali. Non solo: chiedeva poi anche i rimborsi di quelle trasferte mai fatte.

Finisce così ai domiciliari Alessandro Rumore ora deve rispondere dell’accusa di falso, di falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa militare. Accuse pensantissime formulate al culmine di un’indagine che sul suo conto è partita all’incirca un anno e mezzo fa. Tutto come dicevamo è nato per caso: Rumore viene casualmente intercettato nell’ambito di un’indagine che riguardava alcuni rapinatori per un assalto ad un furgone portavalori.

Gli indagati vanno in contatto telefonico con il militare che dà loro un appuntamento in un bar di Borgetto ma, come si evince dall’intercettazione, lo stesso Rumore sostiene che sta rischiando tantissimo perchè in realtà in quel momento lui risultava essere per una missione sindacale a Roma ed invece si trovava a Borgetto. Da qui i colleghi dello stesso sindacalista cominciano a scavare e ad intercettare anche Alessandro Rumore e vengono fuori gli “altarini”.

In pratica nel corso dei 20 mesi di indagine il carabiniere ha continuato ad attestare che fosse in missione sindacale a Roma e invece si trovava a Borgetto dove era impegnato, secondo l’accusa, nella creazione di una filiale di una nota società di vigilanza sfruttando il peso del suo ruolo all’interno dell’Arma. E per quest’ultimo fatto gli viene contestato anche il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Nel corso dell’indagine sarebbero state documentate addirittura ben 46 missioni fantasma a Rima presso il comando generale, ognuna di 4 o 5 giorni di durata. In realtà però Rumore rimaneva a Borgetto ma comunque richiedeva i rimborsi.

Per far ciò si è avvalso di un albergatore di Roma compiacente, un albanese pregiudicato per reati di corruzione, il quale attestava la sua permanenza e il consumo di pasti. Poi lo stesso militare si faceva rimborsare le spese di viaggio che sosteneva avesse fatto con il proprio mezzo e richiedendo poi il corrispettivo facendo riferimento ai costi di Trenitalia. Di conseguenza godeva anche di straordinari e altre indennità che facevano gonfiare mensilmente a dismisura la sua busta paga.