AMBIENTE

Trappeto, ministro Ambiente chiede relazione su disastro a San Cataldo. Tavolo tecnico fra i Comuni

Il ministero dell’Ambiente chiede alla capitaneria di porto di Terrasini una relazione su quanto accaduto domenica pomeriggio alla foce del Nocella. A darne notizia è la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Terrasini, Eva Deak, tra le prime ad aver denunciato via social l’enorme massa nera inquinante che ha scaricato dalla foce sino al mare di San Cataldo, portando con sè morte e devastazione.

Spiaggetta che di conseguenza è stata letteralmente evacuata e morìa di pesci lungo la costa. “Apprendo che il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – afferma la Deak – ha chiamato la guardia costiera di Terrasini ed ha chiesto una relazione in merito agli avvenimenti sul Nocella. Il sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci sta aprendo un tavolo tecnico con i sindaci dei comuni limitrofi. Buone notizie, bisogna mantenere alta l’attenzione”.

Intanto 48 ore dopo l’acquazzone, che ha generato la piena lungo la foce del Nocella scaricando materiale refluo non meglio identificato ma comunque altamente inquinante considerando che ha causato la morte immediata dei pesci che sono stati travolti dall’ondata, lo scenario è davvero desolante nella spiaggetta di San Cataldo, al confine tra Trappeto e Terrasini: “Quello che rimane dell’orrore consumatosi domenica – scrive il comitato Baia della legalità San Cataldo, costituitosi nei mesi scorsi – sono sacche di gas che esplodono dal fondale del fiume, lasciando emergere i depositi melmosi”.

Ad essere chiamata in causa la politica e le istituzioni: “Capisco la rabbia, e la condivido – commenta il deputato regionale Luigi Sunseri -. Ma oltre a promettere il massimo impegno non ho altri strumenti nelle mani. Mi auguro si possa trovare una soluzione, nel frattempo seguirò il procedimento”. Il tavolo tecnico che il primo cittadino terrasinese ha convocato si terrà domani mattina alle ore 10 a Partinico, ad essere chiamati in causa ovviamente gli stessi Terrasini e Partinico e con loro Balestrate, Trappeto, Montelepre e Giardinello.

Gli stessi Comuni che lo scorso anno avevano siglato un protocollo con cui si impegnano a istituire apposite squadre di controllo ambientale, a creare banche dati in tema di politiche ambientali, a sollecitare gli organi competenti ad effettuare i dovuti controlli ed a coinvolgere il mondo dell’associazionismo per la tutela delle risorse naturali. Tutto nasceva soprattutto con l’idea di monitorare, ognuno per propria competenza territoriale, il Nocella e il Puddastri che sono i due torrenti che finiscono poi per scaricare su San Cataldo in maniera diretta o indiretta.

Di quella famosa squadra interforze non si è saputo più nulla e a parte le belle intenzione alla fine non pare essersi concretizzato niente. Da decenni questo tratto di costa è indicato come non balneabile proprio per il suo accertato inquinamento, come appurato dalle decine e decine di analisi effettuate dall’Arpa. C’è il fondato sospetto che a scaricare lungo la foce, nei suoi diversi chilometri che attraversa molti territori (Montelepre, Giardinello, Terrasini, Balestrate e Partinico), siano aziende vitivinicole e olearie.