Cronaca

Partinico, scioglimento Comune/2: la mafia voleva imporre il “suo” presidente del consiglio

Interessi di personaggi organici alla mafia alla vita politica del Comune di Partinico, persino alla nomina del presidente del consiglio comunale. E’ l’ultimo retroscena che emerge dalle motivazioni che hanno portato nei giorni scorsi allo scioglimento del municipio per infiltrazioni mafiose per mano del Consiglio dei ministri.

Elementi che una volta di più mettono in evidenza come fosse inquinato il sistema politico locale, in riferimento soprattutto alle ultime elezioni del maggio del 2018. La decisione del Consiglio dei ministri è frutto della relazione della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sulla base di quanto scritto dal prefetto di Palermo in riscontro all’ispezione effettuata al municipio partinicese da parte di tre ispettori alti ufficiali delle forze dell’ordine.

A venire fuori che evidentemente è in corso anche un’indagine antimafia i cui sviluppi ancora saranno tutti da vedere: “Fonti tecniche di prova – si legge – hanno disvelato sia l’interesse di un pregiudicato, già condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, a ottenere la nomina di un consigliere alla carica di presidente del consiglio comunale, sia i contatti intercorsi in tal senso tra il pregiudicato, il consigliere in questione e il coniuge di un altro componente dell’organo consiliare”.

Il che lascia presupporre che da anni sono in atto intercettazioni telefoniche e ambientali su Partinico, attorno al suo mondo politico ed istituzionale. Il Consiglio dei ministri va oltre e dà un impietoso, tanto quanto preoccupante, quadro complessivo delle dinamiche su Partinico:

“Gli accertamenti svolti dalle autorità inquirenti – evidenzia – hanno anche messo in luce le convergenze di interessi tra soggetti affiliati al mandamento mafioso e un ulteriore consigliere comunale, nonché i ‘rapporti amicali’ tra un esponente di vertice del mandamento e quest’ultimo consigliere, rinviato a giudizio per il delitto di associazione per delinquere e altri reati collegati alla legge sul settore del gioco e delle scommesse clandestine”. Sui nomi, come è ovvio, vige l’omissis anche perché per l’appunto ancora potrebbe svilupparsi un’indagine.