Cronaca

Partinico, neonato morto. Lo strazio del papà: “Da giorni qualcosa non andava e nessuno se n’è accorto”

“Qualcosa già da giorni non andava. Lo abbiamo fatto presente al nostro ginecologo di fiducia ed anche ai medici dell’ospedale di Partinico. Possibile che ce ne siamo accorti solo noi?”. E’ l’amaro sfogo di Giuseppe Gorgone, 23 anni di Partinico, investito con la compagna di 25 anni, Valeria Cuspolici, dalla tragedia della morte del figlio ancora in grembo.

Non si riescono a dare pace che il piccolo Alberto (questo il nome che avrebbero voluto dare al figlio in attesa) non abbia visto la luce in quella disgraziata notte a cavallo tra sabato e domenica scorsi al reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio cittadino. “Bradicardia” è il responso dell’equipe medica riportata sul referto per indicare la causa della morte del neonato. Si è verificata, a detta loro, una riduzione della frequenza cardiaca inferiore al valore di 100 battiti per minuto, e questo ha causato un’insufficienza respiratoria che non ha dato scampo al piccolo nato già morto. La famiglia adesso chiede giustizia, perchè convinta che potrebbe esserci una responsabilità medica.

Per questo è stata sporta denuncia ai carabinieri e la Procura ha già disposto per oggi un esame autoptico sul corpicino del neonato: “Già il giovedì e il venerdì precedenti al giorno del parto – afferma Gorgone – ci eravamo messi telefonicamente in contatto con il nostro ginecologo di fiducia, segnalandogli le perdite di sangue della mia compagna. Ci disse che dovevamo stare tranquilli, che non era nulla ma comunque per ulteriore sicurezza sarebbe stato opportuno andare in ospedale. Così abbiamo fatto e per due giorni mia moglie è stata controllata e rimandata a casa. Il sabato poi è stata ricoverata, come al solito siamo stati rassicurati poi però tutto è precipitato in serata”.

Ad un certo punto i medici si sarebbero accorti del crollo dei battiti cardiaci del bambino, che erano scesi addirittura da 130 ad appena 60 al minuto. Da considerare che clinicamente la soglia di allarme nei neonati è quando i battiti scendono al di sotto di 100 al minuto. A quel punto si è deciso di portare la donna in sala operatoria: “E’ stato perso del tempo – sostiene sempre Giuseppe Gorgone – caricando mia moglie prima sulla sedia a rotelle e facendo trascorrere all’incirca 5

minuti, se non di più. Un solo medico in tutto il reparto si è accorto che qualcosa non andava, per il resto tutti non hanno fatto altro che dirci sempre che era tutto a posto”.

Il bimbo è venuto alla luce alla fine con parto naturale ma già il suo cuore non batteva più. Secondo quanto ricostruito i medici hanno tentato per una trentina di minuti di rianimarlo ma senza successo. Col “senno del poi” Giuseppe Gorgone oggi sostiene che da qualche tempo aveva notato qualcosa che non andava:

“Nel corso di una visita alla fine dello scorso mese di agosto – racconta – era stato notato che il bimbo non si muoveva ed i battiti erano bassi. Inoltre da una visita all’altra, a distanza di tre settimane, addirittura il peso del piccolo era sceso da 2 chili 980 a 2 chili e 800 grammi. Lo avevamo fatto notare e chiedemmo spiegazioni ma ci fu detto che non c’era nulla di anomalo. Credo invece che qualcosa sia successo, voglio sapere se ci sono state negligenze. Non ci fermerà nessuno per avere giustizia”.