Cronaca

Partinico e lo scandalo rifiuti, ancora il Comune al centro della vergogna

Anche in quest’ultima operazione di fiamme gialle e militari dell’Arma emerge prepotente il ruolo del Comune di Partinico. Sciolto per infiltrazioni mafiose nel luglio del 2020, il palazzo di città viene fuori come il fulcro di un verminaio di interessi illegali e atteggiamenti omissivi. Ed una volta di più si scopre perché l’allora sindaco Maurizio De Luca decise di dimettersi dopo appena 11 mesi dalla sua elezione.

I rifiuti sono stati un altro passaggio importante della seppur breve sindaca tura di De Luca, che ebbe il coraggio di rescindere il contratto con la Cogesi, la ditta che ai suoi tempi vinse la gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti. E lo fece nonostante negli uffici, come viene appurato in questa operazione, c’erano delle resistenze e delle connivenze. A causa proprio dello scadente servizio di raccolta De Luca decise di andare sino in fondo, rendendosi conto che tutto questo era frutto del mancato rispetto del capitolato d’appalto.

In pratica la ditta solo sulla carta sosteneva di avere un certo numero di mezzi e personale, invece ne metteva in campo molti meno. E così la città rimaneva sporca, il servizio veniva effettuato solo a macchia di leopardo e Partinico rimaneva perennemente invischiata nell’emergenza rifiuti. Sino a che proprio l’allora sindaco decise di andare sino in fondo e di arrivare a rescindere il contratto con la Cogesi. “La polizia municipale – affermava De Luca nel novembre del 2018 – ha riscontrato gravi inadempienze nella fornitura dei mezzi a nolo da parte della ditta Cogesi per il servizio di raccolta rifiuti. Per queste ragioni ho chiesto agli uffici competenti di avviare le procedure per la rescissione del contratto. Non è più possibile pagare per avere una città sporca”.

Con la Cogesi c’era già un pesantissimo precedente di appena un paio di mesi prima. Il sindaco fece una conferenza stampa, al fianco dell’assessore regionale all’Energia dell’epoca, Alberto Pierobon, in cui disse di aver presentato una denuncia in cui si “documentava” che un camion della ditta Cogesi era stato sorpreso a scaricare tutto il carico di rifiuti raccolti in contrada Giambruno.

Ci fu la secca smentita dei legali della stessa ditta che sostennero che il camion fotografato non apparteneva alla ditta, con tanto di minacce di querele. Oggi sicuramente la vicenda diventa più cristallina. Carabinieri e guardia di finanza hanno accertato come fosse vero che la ditta non rispettasse il capitolato d’appalto, e con la connivenza degli uffici che avrebbero dovuto vigilare ed invece non lo fecero ed anzi omisero le comunicazioni dovute. Non solo: la ditta avrebbe pure pilotato il suo fallimento mentre i titolari acquistavano persone delle fiammanti Ferrari.