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La Roma di Mourinho è travolgente

Dopo 11 anni, lo Special One è tornato in Italia: Mourinho è l’allenatore della Roma e i risultati della mentalità-Mou si sono già visti in tutte e 3 le prime partite di campionato.

Bentornato, Mou

Che lo si ami o che lo si odi, poco importa: la verità è che tutti parlano di Mourinho. La sua dialettica, la sua sfacciataggine e il suo modo unico di arrivare ai tifosi della squadra che allena lo portano sempre sulla bocca di tutti. E dopo l’indimenticabile stagione con l’Inter, che nel 2010 vide i nerazzurri compiere la storica impresa del Triplete, Mou è tornato in Italia: è approdato alla Roma e, come tutti si aspettavano, sta già facendo parlare di sé.

I numeri parlano chiaro: 9 punti in 3 partite e Roma data come quarta favorita per la vittoria dello Scudetto dai principali siti di scommesse sulle Serie A. Il primo posto dei giallorossi è quotato a 6.50 (proprio come quello del Napoli), mentre i bookmaker pensano che sarà l’Inter a portarsi a casa, anche quest’anno, il titolo: la vittoria degli uomini di Inzaghi è data a 2.50.

Ma non sono solamente i numeri a sottolineare il valore del fattore-Mou: anche le parole dei giocatori non lasciano spazio a dubbi. Mou è tornato, e con lui anche la Roma, che non vince lo Scudetto da 20 anni: dal 17 giugno 2001.

Gianluca Mancini, per esempio, si è espresso in conferenza stampa dopo la schiacciante vittoria contro il CSKA Sofia, battuto 5-1 con doppietta di Pellegrini e gol di El Shaarawy, Mancini e Abraham. Il difensore giallorosso riconosce che Mourinho ha portato un’altra mentalità, fin dal primo allenamento. Lo Special One riesce a far sentire ogni giocatore importante mentre non pretende niente meno del massimo da ciascuno. Inoltre, è cambiato anche il modo di giocare: la Roma lancia molto di più in verticale e ogni azione si basa sull’intensità.

Come detto, i giallorossi non vincono la Serie A dal 2001 e Mou si è dichiarato pronto alla missione impossibile – e si sa che nessuno riesce a rendere possibile l’inimmaginabile come lui.

Un’intesa istantanea

La Roma ha contattato lo Special One il giorno stesso in cui il Tottenham l’ha esonerato: la società giallorossa ha fortemente voluto Mourinho, gli ha trasmesso la vera passione per il calcio, quella tutta italiana, e la voglia di vincere della nuova proprietà. È con l’umiltà della sincerità, dunque, che i Friedkin hanno conquistato Mou e l’hanno convinto ad accettare di tornare in Italia dopo 11 lunghi anni.

Mourinho ha ammesso di aver accettato ruoli che non facevano per lui dopo aver lasciato l’Inter, e ha anche confessato che con la Roma ha percepito immediatamente una forte empatia. Sa bene che quella di riportare lo Scudetto a Roma è una sfida pressoché impossibile, ma sa anche in che modo lo vedono i tifosi: come un vincente. Alla mentalità e al travolgente entusiasmo dello Special One, poi, s’aggiunge il fatto che in Italia non c’è più un club dominante – come è stato negli ultimi 10 anni. Lo scorso anno l’Inter ha interrotto quella che sembrava l’interminabile serie di vittorie della Juventus, padrona della Serie A per 9 anni di fila. In Italia, finalmente, è di nuovo tutto da giocare partita dopo partita, rimonta dopo rimonta – senza che una squadra metta le mani sul titolo già a settembre.

Quello di questa stagione è un campionato equilibrato, è un campionato in cui sono cambiate tante cose: i campioni in carica hanno un nuovo allenatore, la Vecchia Signora ha detto addio a CR7 ma ha ritrovato Allegri, e la Roma ha accolto il coach più provocante del calcio contemporaneo. Sarà una stagione equilibrata, combattuta e, con lo Special One, con conferenze stampa infuocate.

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