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Partinico, rischio di revoca allo scarico per la distilleria Bertolino “Vogliono chiudermi, siamo alle solite”

Scarichi nel bacino idrico fuori norma. Il Comune di Partinico emana un atto di indirizzo alla Città metropolitana sollecitando immediati interventi nei confronti della distilleria Bertolino, ipotizzando persino la revoca allo scarico che sostanzialmente significherebbe la chiusura dell’attività industriale.

I commissari straordinari prefettizi del Comune hanno emanato un atto di indirizzo in cui, nero su bianco, chiedono l’adozione di “atti consequenziali” che possano essere revisione delle prescrizioni, diffida, sospensione o addirittura revoca dell’Aua, l’autorizzazione unica ambientale senza la quale l’industria dovrebbe cessare la propria produzione. Il provvedimento dei commissari prende spunto proprio dalle prescrizioni imposte alla distilleria per ottenere l’Aua, emanate a tutela della salute pubblica e della salvaguardia dell’ambiente, con obblighi di gestione, manutenzione e di monitoraggio per garantire la salubrità e sicurezza durante lo svolgimento delle attività autorizzate.

Il presunto illecito evidenziato dai commissari sarebbe quello di uno scarico fuori norma di azoto e fosforo nel bacino idrico nel quale ricadono il fosso Raccuglia e il fiume Nocella, compreso nel bacino drenante del Golfo di Castellammare, considerato area sensibile insieme al distretto idrografico locale. “Dall’esame dei dati sugli scarichi di acque reflue depurate da parte dello stabilimento industriale – scrivono i commissari prefettizi – si è palesato il permanente superamento dei limiti di fosforo e azoto totali rispetto alla tabella di riferimento che riguarda gli scarichi in corpi idrici rientranti in aree sensibili, sui quali nessuno tra gli enti responsabili del controllo della qualità delle acque e del conseguente stato ecologico, ha fatto pervenire a questo Comune alcuna considerazione o bilancio ambientale analitico e conoscitivo”.

“Un provvedimento che non capisco – replica la titolare della distilleria, Antonina Bertolino – perché quando mi fu rilasciata l’Aua (nel 2020, ndr) fu anche messo per iscritto che avrei avuto tre anni di tempo per adeguarmi, dal momento che proprio questi due parametri sono stati drasticamente abbassati perché il bacino idrico in cui scarico è stato considerato area sensibile. Così sensibile – aggiunge ironicamente la stessa Bertolino – che lì i Comuni del comprensorio scaricano i propri reflui non depurati, come è stato più volte accertato. Questo è l’ennesimo attacco alla mia azienda e anche all’intera vitivinicoltura siciliana che in caso di una mia chiusura sarebbe del tutto bloccata”.