Cronaca

Borgetto, la mafia libera come l’aria, in tre scarcerati per decorrenza dei termini

Tre presunti boss di Borgetto sono stati scarcerati per decorrenza dei termini della custodia cautelare. Si tratta di Nicolò Salto, Giuseppe Giambrone e il figlio Francesco. Non sono arrivate ancora dal giudice le motivazioni della condanna in appello nel processo con rito ordinario, che risale al gennaio del 2021, e per questo i tre ritenuti uomini di spicco della cosca sono adesso liberi come l’aria.

In appello avevano avuto pene alte, anche se ridotte. L’accusa per loro è di aver fatto parte dei clan mafiosi di Borgetto e Partinico, arrestati nel 2016 nell’ambito dell’operazione “Kelevra”. In totakle sono in quattro alla sbarra per questo troncone processuale.

Ad essere stati inflitti 54 anni di carcere in totale, 30 in meno rispetto alla sentenza di primo grado. La pena più alta venne inflitta a Nicolò Salto (nella foto in basso a sinistra) a cui sono stati dati 18 anni di carcere, 9 in meno rispetto al primo grado; al figlio Antonio (in basso a destra) invece 12 anni (5 in meno). Quest’ultimo non è stato mai arrestato perché è sino ad oggi sfuggito alla cattura e dunque risulta formalmente latitante.

Giuseppe Giambrone (in alto a sinistra) ebbe invece 15 anni (9 in meno rispetto al primo grado), e infine il figlio Francesco (in altro a destra) 9 anni (7 in meno). Gli imputati rispondevano a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia aggravate dall’avere favorito Cosa nostra e danneggiamenti