Proposta di regolamento

Partinico, all’orizzonte il bilancio partecipativo e sociale

Finalmente a Partinico si comincia a parlare di bilancio partecipativo e sociale. Sino ad oggi mai al Comune sono state utilizzate e spese le somme vincolate dai trasferimenti regionali pari al 2% per progetti proposti dal basso, attraverso il cosiddetto sistema della “democrazia partecipata”. In questi giorni sono stati fatti i primi passi con un incontro tra il mondo dell’associazionismo, l’amministrazione e il consiglio comunale. Ad essere stata presentata una proposta di regolamento per la sua attuazione.

Ecco il comunicato integrale delle associazioni partecipanti e promotrici:

Il 7 gennaio 2023 presso l’Aula consiliare del Comune di Partinico si è svolto l’incontro pubblico sul bilancio partecipativo e il bilancio sociale, promosso dalle realtà territoriali di Partinico Solidale-Circolo Arci PaSol, “Io come voi, delegazione Ds 41 del Cesvop, Inikon, “Opera Blu”, Cittadinanza Attiva, Avo, Centro aiuto alla vita, Movimento per la vita, Avis, Osservatorio per lo sviluppo e la legalità “La Franca”, con il supporto del progetto “Spendiamoli insieme”.

L’incontro, organizzato con la collaborazione della presidenza del Consiglio comunale di Partinico, ha visto la partecipazione di una buona rappresentanza del consiglio comunale, con la presenza di consiglieri di maggioranza e di opposizione, e della giunta comunale, con la presenza del sindaco, della vicesindaca e assessora ai Servizi sociali, dell’assessore con delega alla Programmazione finanziaria e dell’assessore al Turismo e associazionismo giovanile.

I lavori sono iniziati con l’intervento di uno degli esperti del progetto “Spendiamoli insieme”, che ha esposto quanto previsto dalla normativa regionale sul bilancio partecipativo ed ha fornito un quadro generale delle esperienze finora registrate, sottolineando quanto sia fondamentale la collaborazione tra realtà territoriali e istituzioni per creare processi realmente coinvolgenti ed inclusivi. La normativa prevede l’impiego di almeno il 2% delle somme assegnate dalla Regione Siciliana ai Comuni, attraverso progetti presentati tramite la partecipazione diretta dei cittadini e delle Associazioni su tematiche di interesse sociale.

Questo incontro, fortemente voluto da noi associazioni proprio per iniziare già in questa fase preliminare a discutere in maniera pubblica e partecipata, è solo una tappa di un percorso che abbiamo iniziato mesi fa. La legge regionale ci ha dato la possibilità di potenziare una rete solidale già attiva e viva a Partinico, che vuole allargarsi a chiunque avanzi il bisogno/desiderio di vivere e vivere bene a Partinico e per questo vuole dare il proprio contributo. Il variegato mondo del volontariato dimostra che è necessario praticare l’ascolto reciproco e che ciascun* è una risorsa, per sé e per gli altr*, se messo nelle condizioni di poter esprimere le proprie potenzialità.

In più, dimostra che se alla competizione si sostituisse la cooperazione, se le risorse (materiali e non) non rimanessero appannaggio di pochi piuttosto venissero messe a disposizione di tutt*, se insomma la solidarietà diventasse pratica comune in ogni ambito della vita, si otterrebbero risultati importanti non solo a livello individuale, ma soprattutto collettivo. Se da un lato il Comune di Partinico risulta inadempiente, in questa particolare circostanza come in tantissime altre, vista l’assenza quasi totale di servizi offerti, per cui a causa dell’immobilismo delle istituzioni dal 2016 ad oggi abbiamo perso la possibilità di utilizzare queste somme; dall’altro però c’è una realtà sociale viva, che pretende di prendere parola, perché qualificata dall’azione quotidiana di risposta ai bisogni reali, e di intervenire in merito alle scelte che riguardano il bene comune.

I gruppi formali e informali che promuovono la vita sociale e culturale, nonché tutti i soggetti che in qualche misura mirano a sviluppare e armonizzare il benessere collettivo, ciascuno per la propria parte, non fanno in realtà che potenziare la capacità dei cittadini di attivare processi di costruzione e organizzazione di comunità protagoniste e solidali, che devono agire secondo modalità di mutuo riconoscimento con le istituzioni pubbliche, migliorandone le reciproche qualità. In tal senso, vanno cercate le soluzioni più adatte perché queste istituzioni, e in primo luogo il Comune, nel perseguimento dei propri obiettivi di benessere sociale, si aprano alla collaborazione con tutti i soggetti interessati a cooperare.

La proposta di regolamento presentata mette in evidenza la centralità dell’assemblea dei partecipanti sia in fase di raccolta dei bisogni, sulla base dei quali determinare le priorità e i settori di intervento, sia in fase progettuale e di controllo dell’azione amministrativa. Non si tratta solo di assolvere ad un adempimento calato dall’alto. L’occasione deve essere colta per affrontare il tema della partecipazione intesa come strumento di trasparenza, chiarezza e riavvicinamento dei cittadini alla gestione della “casa Comune”. Per questo il regolamento che è stato elaborato affronta i due fondamentali aspetti della gestione: quello “previsionale”, che con il Bilancio partecipativo chiama le associazioni a presentare progetti di utilizzo delle risorse individuate dalla legge; e quello di “rendiconto” che esorta l’istituzione a predisporre un vero e proprio “bilancio sociale”.

Il “bilancio partecipativo e sociale” che si viene a delineare è un canale importante che premette ai cittadini e alle cittadine di partecipare alle politiche pubbliche locali.

La proposta da noi elaborata ha trovato la piena disponibilità del Consiglio comunale, che si è impegnato ad inserire immediatamente la questione all’ordine del giorno degli appositi tavoli istituzionali. La stessa disponibilità è stata espressa dalla Giunta con, in particolare, l’impegno del Sindaco Rao ad aumentare la percentuale destinata a tali interventi dal 2% al 4%. Noi ribadiamo la necessità di continuare a ragionare e confrontarci, mantenendo questa pratica di solidarietà che stiamo sperimentando tra noi e allargando sempre più questo cerchio, come già piccolo esempio di processo di partecipazione reale e dal basso. Ci aspettiamo, dunque, che la manifesta condivisione da parte delle istituzioni si traduca in un’apertura reale e permanente dei luoghi di discussione democratica.

Oltre l’adempimento di legge, per noi è importante proporre un metodo che metta al centro la partecipazione diretta e la presa di parola collettiva, sottolineando che il valore politico e sociale di quanto previsto dalla legge risiede proprio nell’attivazione di processi reali di partecipazione. Non si tratta, dunque, solo di spendere queste somme che facilmente potrebbero essere utilizzate in maniera strumentale, con il serio rischio di creare dinamiche poco trasparenti. Si tratta, piuttosto, di rivendicare il nostro diritto ad essere consapevoli e partecipi delle scelte e, allo stesso tempo, di ricordare alle istituzioni il dovere di non sprecare le risorse pubbliche, piuttosto di metterle a disposizione delle libere iniziative dei cittadini e delle cittadine, sia che si tratti di una piccolissima percentuale di bilancio o in generale di qualsiasi altro bene pubblico.