Verso la chiusura

Partinico, niente soldi in bilancio per il giudice di pace

Per il giudice di pace di Partinico pare essere arrivata la pietra tombale. In bilancio nessuna somma è stata stanziata e non è passato l’emendamento proposto dall’opposizione in consiglio comunale di stornare somme dal capitolo dedicato all’organizzazione delle manifestazioni culturali e ricreative. La maggioranza a sostegno del sindaco Pietro Rao ha bocciato questa ipotesi, sposando la linea dura del governo cittadino che ha deciso di non voler più quasi in solitaria finanziare il funzionamento del giudice di pace.

Un presidio che sarebbe dovuto essere finanziato quota parte da tutti i Comuni dell’hinterland sulla base di un’apposita convenzione e che invece ha finito per ricadere esclusivamente sulle spalle dell’ente locale di Partinico. Già nei giorni scorsi i sindaci hanno concordato di non poter garantire personale e fondi per la struttura e di stabilire la chiusura del giudice di pace. Si era tentato in extremis in consiglio di evitare la chiusura ma la bocciatura dell’emendamento non lascia più spazio ad altri margini.

Ovviamente in consiglio è stato un aspro batti e ribatti: “Noi non abbiamo chiesto di togliere nulla, perché è giusto che la città goda anche di eventi culturali e ricreativi – ha evidenziato il consigliere di opposizione di Fratelli d’Italia, Toti Longo -. Ma semplicemente di ridurre il capitolo per salvaguardare il mantenimento del giudice di pace. Da qui all’anno prossimo potrebbero anche esserci delle novità, perché al governo nazionale si sta pensando di tornare a istituire i giudice di pace e le spese quindi passerebbero in capo allo Stato”.

“Il ragionamento non può essere meramente ragionieristico, anche perché se dovessimo applicare lo stesso metodo per tutto – ha aggiunto il consigliere sempre di opposizione, Toti Comito – allora si dovrebbe chiudere anche il centro per l’impiego perché anche lì i Comuni non pagano la loro quota parte. Allora che facciamo, chiudiamo tutto’”.

“Il cambiamento passa anche e soprattutto dalla cultura –ribatte l’assessore al Turismo e Spettacolo Fabio Bosco – e questa amministrazione ha voluto dare questa chiara impronta in tal senso. Vorrei ricordare che in questa giunta ci sono tre assessori che svolgono l’attività professionale di avvocato, me compreso. Per noi in prima persona sarà un sacrificio ma non sarebbe corretto stare a guardare gli interessi personali. Chiedete ai tanti commercianti del centro storico se vogliono eventi di richiamo per la città, che possano rimettere in circolo l’economia locale. Lascia poi perplessi che a fare questa battaglia è un consigliere che politicamente appartiene ad un partito che è riferimento di alcune amministrazioni del comprensorio che si ostinano a non voler pagare la loro quota parte”.