Stato di calamità

Partinico, allarme peronospora, danni al 70% dell’uva

Danni al 70 per cento della produzione vitivinicola a causa della peronospora, la malattia della vite. Il Comune di Partinico avvia le procedure per chiedere lo stato di calamità. La giunta, guidata dal sindaco Pietro Rao, ha approvato una delibera in cui si inoltra ufficiale richiesta al presidente della Regione per i danni subiti dalle aziende del settore. Una problematica connessa agli eventi climatici avversi che hanno comportato lo sviluppo della peronospora della vite, oidio e appassimento anticipato della pianta.

La peronospora della vite è una delle più gravi che possa attaccare la pianta, ed è in grado di attaccare tutti i suoi organi verdi, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni se non gestita correttamente. Sui grappoli si manifesta con una deformazione della parte terminale del grappolo. In condizioni di elevata umidità, tutto il grappolo si ricopre della caratteristica muffa biancastra. Il possibile danno non riguarda soltanto l’anno in corso, perché l’attacco sia dell’apparato vegetativo (foglie e germogli), sia produttivo (grappoli) delle piante rischia di compromettere le future annate produttive.

La giunta partinicese ha quindi ritenuto necessario richiedere l’intervento della Regione, a causa “dell’anomalo andamento climatico dell’annata agraria corrente – si legge nella delibera – con eventi piovosi eccezionali, insieme alle persistenti, diffuse e anomale nebbie mattutine degli ultimi due mesi, che hanno favorito la massiccia infezione da malattie fungine”. Inoltre, le piogge anomale per il clima mediterraneo tipico della zona hanno impedito l’accesso ai fondi per effettuare tempestivi trattamenti fitosanitari di prevenzione e cura delle infezioni. Infine, altro danno ha fatto l’eccezionale ondata di calore del mese di luglio appena trascorso, con temperature diurne costantemente sopra i 40 gradi su tutto il territorio partinicese e temperature notturne mai sotto i 30 gradi, che ha ulteriormente aggravato lo stato di salute delle piante di vite, che stanno interrompendo anticipatamente le funzioni vitali come meccanismo di autodifesa per la loro sopravvivenza, che si concretizza nell’invecchiamento anticipato delle foglie e nel blocco della maturazione dei grappoli.

Una riduzione della produzione rilevante, che va ad aggravare “la situazione di un comparto già in crisi – si legge ancora nella delibera – a causa delle note questioni sui prezzi elevati dei mezzi di produzione (antiparassitari, fertilizzanti, carburante) e del basso valore di mercato dell’uva” Gli aiuti richiesti, quindi, andranno a sostenere gli agricoltori, e ad evitare l’abbandono della coltura della vite per la salvaguardia del paesaggio dal rischio di dissesti, incendi e desertificazione. Oltre alla Regione, il Comune si rivolgerà a tutti gli organi competenti, che vanno dal ministero dell’agricoltura al Prefetto, all’assessorato regionale all’agricoltura per ottenere interventi efficaci, sotto forma di aiuti, agevolazioni e indennizzi, se possibile anche mediante l’accesso in deroga al Fondo di solidarietà nazionale.