Partinico, senegalese picchiato per razzismo: frequenterà stage da cuoco all’Ars

Dalle botte alla solidarietà, dal dolore alla rinascita. La storia è quella di Khalifa Djeng, senegalese di 19 anni, rimasto vittima di una brutale aggressione il 26 luglio scorso a Partinico dove abita in un centro di accoglienza. Un’aggressione a sfondo razziale, senza ombra di dubbio come hanno potuto evidenziare i carabinieri dalle loro indagini e la Procura di Palermo. Dal buio di quei terribili momenti oggi Dieng ha ritrovato la luce, la speranza.

Ed è quella di sapere con certezza di non essere da solo, che Partinico e la Sicilia non è quella che rischia di essere dipinta come razzista, soliti appellativi generici e qualunquisti che vengono affibbiati in casi del genere. A prenderlo per mano in tanti, dalla chiesa al mondo dell’associazionismo per finire con la gente comune. A prendere a cuore il ragazzo anche l’amministrazione comunale ed in particolare l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Partinico, Rosi Pennino, che ha aperto al 19enne la possibilità di trovare un posto nel mondo del lavoro.

Sfruttando la sua diretta conoscenza con il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, l’assessore ha portato alla ribalta il suo caso. Oggi al senegalese è stata offerta la possibilità di frequentare uno stage di due mesi nella cucina dell’Assemblea regionale siciliana per iniziare a realizzare il suo sogno: diventare un cuoco. Accompagnato dalla Pennino e dai responsabili della comunità Sympatheia dove il giovane alloggia, Khalifa ha incontrato personalmente Miccichè nel suo ufficio di Palazzo dei Normanni a Palermo.

Quattro chiacchiere ed anche tanti sorrisi, un incontro assolutamente informale. “Per me una grande emozione – racconta l’assessore Pennino -. Sono orgogliosa del mio presidente (Miccichè, ndr), fiera da assessore di aver aiutato il mio giovane amico accolto a Partinico”. Per l’aggressione subita da Khalifa Dieng in piazza Santa Caterina sono stati arrestati Gioacchino Bono, 34 anni, e Lorenzo Rigano di 37, raggiunti da un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dei domiciliari.

Attraverso i filmati della videosorveglianza i carabinieri hanno ricostruito i tre terribili minuti che hanno coinvolto nella spirale di violenza il giovane senegalese, picchiato a calci e pugni ripetutamente.