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Alcamo, precari contro i concorsi: perdono anche al Cga, “condannati” agli esami

I precari del Comune di Alcamo dovranno mettersi l’anima in pace, studiare e affrontare gli esami scritti e orali se vorranno raggiungere l’agognata stabilizzazione. A mettere la parola fine su questa vicenda è stato il Cga che, su ricorso di 19 precari in servizio al municipio alcamese, ha dato ragione su tutta la linea alla strada intrapresa dall’amministrazione comunale. La stabilizzazione dovrà passare attraverso i concorsi ad Alcamo e nessun precario potrà accampare diritti acquisiti.

Anche se queste non sono le parole testuali riportate in sentenza comunque ne rappresentato il senso. Ad essere stato confermato il primo pronunciamento del Tar nel febbraio scorso che aveva sposato la linea adottata dal Comune in tema di stabilizzazione, cioè quella di poter fare ricorso ai concorsi:

“Le censure proposte con l’appello cautelare – scrivono i giudici del Cga, la presidente Claudio Contessa, l’estensore Marco Buricelli e i consiglieri Nicola Gaviano, Elisa Maria Antonia Nuara e Antonino Caleca – non sembrano idonee a scalfire le ragionevoli conclusioni alle quali è pervenuto il Tar con l’ordinanza impugnata, risultando corretto in particolare ritenere che i ricorrenti non siano stati assunti tramite procedura concorsuale e che, nella comparazione degli interessi coinvolti nella controversia, appare prevalente l’interesse di rilevanza pubblica”.

I precari, difesi dall’avvocato Alessandro Finazzo avevano portato avanti la tesi che in base alla legge Madia avrebbero avuto diritto alla stabilizzazione senza concorso perchè nel 2001 furono sottoposti già ad una valutazione che prevedeva la presentazione di titolo di studio, anzianità di presenza nei progetti delle cooperative sociali e carico di famiglia.

Al contrario il Comune si è opposto evidenziando che la norma sulla stabilizzazione a cui fanno riferimento in realtà prevede che chi è stato assunto ‘ab origine’, quindi al momento del primo contratto da precario attraverso una procedura concorsuale, possa essere stabilizzato “a semplice domanda” senza dovere sostenere una nuova selezione che ne accerti le competenze e la professionalità. E secondo la tesi del municipio la selezione superata quasi 20 anni fa non aveva assolutamente alcun carattere concorsuale.

Per il tribunale amministrativo “comunque rientra nella valutazione discrezionale dell’ente interessato la decisione di fare o meno ricorso alle procedure di stabilizzazione, quand’anche esistessero soggetti legittimati a parteciparvi”.