Meno investimenti, cresce il Pil ma diminuisce l’occupazione: quale futuro per la Sicilia?

Il Pil in un anno è cresciuto di 1,6 punti percentuali, secondo i dati recentemente resi noti dal presidente Crocetta, ma si può parlare di vera e propria ripresa? Forse è troppo presto per crederci, ma la situazione è abbastanza matura per poterci realmente sperare. Il principale problema da risolvere è quello di riuscire a far quadrare tutti i dati: l’occupazione cresce ma ad un ritmo inferiore rispetto alla fine del 2015, e si riduce il numero di giovani che vogliono o possono investire nel proprio futuro iscrivendosi nelle Università. Quindi per i più giovani le prospettive non sono ottimali. Gli unici settori disposti ad assumere sono soprattutto il terziario, il turismo e la ristorazione.

La crescita economica si è affievolita nella seconda parte dell’anno, e tra le cause ci sono soprattutto la riduzione degli investimenti da parte dei privati. Le famiglie non si lasciano convincere dai buoni dati e trattengono i consumi, preferendo depositare i propri soldi su conti piuttosto che cercare di guadagnare con investimenti più rischiosi. Sono aumentate le ricerche per trovare i prodotti più sicuri, utilizzando siti come ad esempio conto adesso cariparma Migliorcontocorrente.org o simili. Quindi per far girare un po’ l’economia ci si deve affidare all’accesso al credito, che mostra un discreto aumento riducendo così il saldo che rimane comunque negativo, ma solo per le famiglie, considerato che per le aziende è stata registrata una nuova contrazione.Un discorso divero riguarda i mutui, per i quali le erogazioni sono aumentate in ogni provincia siciliana

In numeri vediamo che l’occupazione è cresciuta dell’1.9%, ma il tasso di disoccupazione rimane il più alto in Italia. I disoccupati che hanno trovato più facilmente lavoro sono stati sia donne che uomini di età compresa tra i 18 e i 34 anni e gli over 55 anni, mentre nella fascia intermedia c’è stata una riduzione degli occupati. A preoccupare è soprattutto la riduzione delle esportazioni, che ha superato -18%, e il peggioramento della qualità del credito con un aumento delle sofferenze bancarie del 4%. Questo è uno dei dati peggiori sia per il Meridione che per l’Italia.