Partinico, Cantina Borbonica: dopo l’indignazione la riapertura

Cantina Borbonica di Partinico riaperta questa mattina. E pare che sarà così almeno sino a che non si definirà cosa fare di questo immenso bene monumentale che rischia seriamente la chiusura. In realtà il “De profundis” è stato già decretato con una delibera del commissario straordinario del Comune, Maurizio Agnese, con cui si è decretata la chiusura al pubblico del bene se non dietro prenotazione.

In pratica cancelli sbarrati e al momento un dietrofront dopo le polemiche innescate in questi giorni con la notizia della chiusura. Intanto tra i primi a mettersi in moto il presidente del consiglio comunale che per mercoledì prossimo ha convocato un incontro alle 15,30 nella sala consiliare a cui presenzierà lo stesso Agnese.

Sarà discussa proprio questa decisione della chiusura ma già c’è tutta l’intenzione di far rientrare il provvedimento: “Ho raccolto le indignazioni arrivate da ogni parte – afferma Aiello – e dal commissario mi è stata assicurata massima collaborazione a trovare soluzioni condivise da tutti. Ho inoltre invitato Agnese a sospendere gli effetti di questo atto deliberativo in quanto attualmente e fino al 13 gennaio è presente nei locali della Cantina Borbonica una mostra su Danilo Dolci con l’ausilio della Pro-Loco e di alcune scuole di Partinico e sarebbe assolutamente deleterio interrompere questo importante evento”.

A questo punto la sorte di questo bene monumentale appare appesa ad un filo. Nella sua delibera il commissario ha parlato di numero esiguo di visitatori, da 50 a 100 unità all’anno, e di riduzione del personale dedicato all’ambito Promozione culturale e Turistica. “Ogni pubblica amministrazione – giustifica il commissario – deve improntare ogni attività tenendo conto di erogare servizi efficienti. Tenere aperto il monumento, al di là delle visite prenotate, è antieconomico per il Comune”.

Di fatto, se la delibera commissariale dovesse avere efficacia, si potrà entrare alla Cantina Borbonica dietro prenotazione e nell’unica fascia oraria dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì, fatta salva la possibilità di visite pomeridiane o in gruppi sempre dietro prenotazione.

“L’antieconomicità nel tenere aperto il monumento, al di là delle visite prenotate, è davvero una scusa imbarazzante – tuona Mauro Nicolosi, coordinatore del movimento ‘Partinico città d’Europa’ -. I monumenti vanno promossi e propagandati. E’ mai possibile che a nessun responsabile politico, amministrativo e tecnico di questo Comune sia venuto in mente di contattare le agenzie di viaggio del territorio e progettare un piano di offerta ai tour operator regionali? Non sarebbe auspicabile un lavoro in sinergia con la Pro Loco?”.

I consiglieri del gruppo “Prospettiva Comune” invece additano la passata amministrazione guidata dal sindaco Lo Biundo che ha guidato per 9 anni la città sino all’aprile del 2017: “La passata amministrazione – si legge in una nota – non ha avviato il Museo delle tradizioni, non ha inserito i beni monumentali nei circuiti turistici regionali, non ha promosso la nascita di collaborazioni con l’università di Palermo e con gli imprenditori vinicoli della zona per valorizzarne la sua antica funzione, mortificando le iniziative di promozione turistica sorte intorno alle collezioni di pupi siciliani presenti nei locali della Cantina e assecondando attività conferenziere senza una seria ed adeguata programmazione”.

La Cantina rappresenta anche per certi versi il riscatto della città dal marchio mafioso. Infatti negli anni ‘80, con la struttura abbandonata, la famiglia mafiosa dei Vitale la utilizzava  per il ricovero del bestiame che allevava. Poi dalla fine degli anni ’90 si parlò di restaurò e si inaugurò nel 2008 dopo un investimento da circa 5 milioni di euro. Nel frattempo questo bene si è anche arricchito con l’apertura al suo interno del museo dei pupi siciliani del maestro puparo Nino Canino e dell’appassionato Vincenzo Garifo che hanno custodito qui tutti i loro pezzi più pregiati. Che ne sarebbe di quest’altra realtà?