CRONACA

Partinico, in appello sentenza ribaltata: “Non fu finto incidente”, assolte due donne

Non ci fu alcun incidente “truccato”: nessun falso elemento di prova. In appello due donne si vedono ribaltare la condanna avuta in primo grado e vengono assolte perchè “il fatto non sussiste”. Secondo i giudici di secondo grado le imputate non hanno costruito ad arte un incidente con l’obiettivo di incassare evidentemente il premio assicurativo. Un processo oltretutto che era già partito con alcune lacune: difatti il sinistro stradale per cui sono state imputate è stato accertato con tanto di sentenza in sede civile. L’episodio finito sotto la lente dei tribunali risale all’aprile del 2011 e ad essere finite sotto processo sono state Maria Letizia Scaglione, 36 anni, e Rosa Maria Lo Baido, 54 anni, entrambe di Partinico.

L’incidente è quello che ha visto coinvolto un minore, figlio della Scaglione: in sella alla sua bici venne letteralmente sbalzato dall’auto condotta dalla Lo Baido, secondo i primi rilievi che furono fatti dal commissariato di polizia di Partinico. Il giovane finì all’ospedale Civico di Partinico, con ematomi, contusioni e graffi, e scattò conseguentemente la richiesta risarcitoria alla compagnia assicurativa che copriva i sinistri della 54enne.

Ma qui furono sollevate delle eccezioni da parte della stessa agenzia che rilevò, a suo parere, che vi erano delle incongruenze tra il referto del pronto soccorso e la documentazione relativa ai rilievi effettuati dagli agenti di polizia nel luogo dell’incidente. Ne è scaturito un processo che in primo grado ha portato le due imputate a chiedere l’abbreviato e vennero condannate: un anno venne inflitto alla Scaglione, 8 mesi invece alla Lo Baido, con tanto di obbligo a risarcire la parte civile (quindi la compagnia assicurativa) a 5 mila euro più altee mille e 80 euro di spese legali.

Le due donne presentarono però appello e dopo 4 anni di processo sono state assolte con formula piena. “Già in sede di giudizio abbreviato – afferma il legale di entrambe le imputate, Fabio Bosco – avevamo sostenuto la loro estraneità ai fatti contestati adducendo come motivazione che gli elementi posti a fondamento della contestazione del sinistro, elementi prettamente indiziari, andavano a cozzare con la sentenza civile ormai passata in giudicato, che rappresentava invece un elemento probatorio di cui il giudice doveva tenere conto al fine della ricostruzione dei fatti di causa”.

Difatti nel frattempo in sede civile il giudice di pace di Partinico aveva accertato l’entità del danno al ragazzino e quindi confermato la dinamica dell’incidente. La sentenza è stata emessa dalla seconda sezione della Corte d’appello. Ora si attende che entro 90 giorni vengano depositate le motivazioni.