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Partinico, il pugno di ferro del commissario del Comune: niente fischi agli indisciplinati e vestiti decenti

Niente bermuda, canottiere, minigonne o scollature esagerate. Non sarà più permesso a nessuno di varcare la soglia del palazzo di città e di tutti gli altri uffici comunali se non con abiti ritenuti “decorosi” nel rispetto dell’istituzione. Parole del neocommissario del Comune  di Partinico Rosario Arena che in questi primi giorni di lavoro, oltre a doversi prendere carico delle incombenze ed emergenze amministrative, ha deciso di farsi anche carico di una ricognizione di quelle che lui considera “buone maniere”.

Nonostante il garbo che lo contraddistingue, lui rilancia quando gli fanno notare la sua inflessibilità: “Non mi sento un sergente di ferro ma spaccherò il c… ai passeri, perchè chi va fuori dalle regole se la vedrà con me”. La sua presenza si è fatta subito sentire con il personale in servizio. Le prime “vittime” due ausiliari del traffico in servizio al comando di polizia municipale, ammoniti verbalmente perché avrebbero “avvertito” chi era in divieto di sosta con il classico richiamo attraverso il fischietto.

Una sorta di “usanza” consolidata in città, con i caschi bianchi morbidi rispetto a chi posteggia selvaggiamente concedendo loro quei classici 5 minuti di tolleranza. Si dice che Arena abbia “requisito” i fischietti alle due dipendenti, lui però non conferma questo particolare: “Ma quale requisizione – afferma -, le ho solo richiamate e dato un suggerimento evidenziando che il fischietto lo si usa solo in determinate circostanze, non certamente per avvertire chi ha messo una macchina in divieto di sosta”. Rispetto delle regole che secondo lo “sceriffo di Partinico” devono partire anzitutto dai dipendenti stessi che devono dare l’esempio.

In questo caso a finire nel mirino un impiegato entrato nella sede centrale del municipio in bermuda: “Seppur fosse fuori servizio – ha ammonito Arena – credo che comunque ci debba essere un rispetto per le istituzioni e l’abbigliamento deve essere consono”. Negli “strali” del commissario è finito persino un consigliere comunale, Toti Comito, con cui ci sono state sin da subito scintille. Motivo del contendere l’ingresso di Comito all’interno della stanza del commissario, reo però di non aver bussato alla porta prima di entrare:

“Io quando vado a casa degli altri busso e chiedo permesso e solo dopo l’ok mi accomodo – racconta Arena -. La casa del sindaco è la casa di tutti, però previa autorizzazione del padrone di casa. Non ci sto a sopportare chi ha un modo di fare indisciplinato e quasi da anarchico. Ma non è successo nulla, tutto è superato, riabbraccerò il consigliere con affetto e ci chiariremo”.

“Probabilmente questo commissario non ha chiari i ruoli istituzionali – replica Comito -. L’atteggiamento del preside che incontra gli scolari al primo giorno di scuola mortifica il ruolo che ricopriamo in seno alle istituzioni. Se qualche consigliere ritiene di farsi mettere i piedi in testa o farsi trattare come lo scolaretto al primo giorno di scuola é un problema suo. Io pretendo rispetto per il ruolo che ricopro, ruolo che intendo esercitare fino in fondo. Atteggiamenti arroganti, evocando addirittura a sé i poteri del consiglio comunale non possono essere accettati e verranno con forza respinti. Partiamo senza dubbio col piede sbagliato”.