Cronaca

Partinico, doping nelle palestre. “Caso che si sgonfia”, restituiti soldi sequestrati a Gaspare Aiello

Dopo aver ottenuto la revoca degli arresti domiciliari e la contestuale caduta dell’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico e commercio di sostanze dopanti, il partinicese Gaspare Aiello ha avuto restituiti anche il denaro e il telefonino che gli erano stati sequestrati negli immobili nella sua disponibilità.

Anche questa volta il tribunale del riesame ha accolto il ricorso del legale del 32enne, Salvatore Causarano, che per l’appunto chiedeva il dissequestro dei beni in quanto è stata giustificata la provenienza lecita. I provvedimenti erano scattati nel febbraio scorso nell’ambito dell’operazione “Baronessa di Carini” per il doping nelle palestre di Partinico e Cinisi, la prima gestita proprio da Aiello.

I Nas di Palermo ipotizzarono un giro di farmaci anabolizzanti per alterare le prestazioni in attività sportive e per scopo di lucro. A seguito delle perquisizioni dei carabinieri del Nas ad Aiello furono sottratti il cellulare e una somma pari a circa 3 mila euro. Il presidente del tribunale del Riesame, Antonia Pappalardo, nel provvedimento di dissequestro aveva espressamente richiesto “l’immediata restituzione”.

Oltretutto la Procura non ha mai impugnato in cassazione la revoca dell’accusa di associazione a delinquere, motivo per cui per Aiello resta in piedi la sola accusa di “commercio di sostanze anabolizzanti”. “Un quadro accusatorio che si è  notevolmente ridimensionato” dice con soddisfazione Causarano.

Nel frattempo da qualche giorno ha anche riaperto la palestra “Free time” di Partinico, quella per l’appunto finita al centro di questa inchiesta e che fu chiusa in seguito ad una serie di irregolarità emerse a livello di concessioni e autorizzazioni amministrative da parte del Comune. Gaspare Aiello ha ceduto l’attività al padre Pietro che ha avviato una serie di adeguamenti necessari e che hanno portato il Comune ha rilasciare tutte le autorizzazioni.