Cultura

Partinico e la voglia di un tuffo nel passato: nostalgia e riscatto, nasce gruppo facebook

Volti e usanze di una Partinico che non c’è più, di un territorio di cui forse oggi si ha nostalgia. Al di là delle motivazioni semantiche che si possono dedurre, la storia più o meno recente di Partinico adesso ha un suo scrigno virtuale. Si chiama “Partinico di una volta” ed è un gruppo Facebook ideato e gestito da alcuni partinicesi (Calogero Di Maggio, Calogero Barretta, Alessandro Reale e, inizialmente, anche Leonardo D’Asaro) sulle orme di altre esperienze nello stesso social in tanti comuni italiani (identificandolo chiaramente con il nome della città).

“L’intento – scrivono – è quello di creare un luogo di discussione e raccolta di materiale fotografico e multimediale della città ‘in bianco e nero’. Non è un semplice album di famiglia, ma uno spazio dove essere comunità, avendo come parole d’ordine identità e appartenenza ad una collettività. Ci si è resi conto che a prevalere era soprattutto l’individualismo e lo spontaneismo, con la conseguenza evidente di un annullamento dei valori classici di una collettività e di uno scollamento con la normalità (intesa come buona norma)”.

Un gruppo che ha già riscosso un suo successo, segno probabilmente di quella nostalgia dei tempi che furono, di una Partinico che oggi si è squagliata al sole di una politica poco lungimirante che nell’ultimo ventennio ha finito per demolirla sotto tutti gli aspetti. Infatti si contano più di 5.600 membri. “Chiusa in sé, refrattaria, apatica, spenta agli entusiasmi e incapace di una iniziativa”, così era definita la popolazione partinicese di inizi ‘800 dallo storico Salvatore Bonnì nel suo libro ‘Partinico nella storia’ (1969), ed è anche quello che si pensa della situazione attuale. Quando si dice “corsi e ricorsi storici”.

L’esperienza invece di questo gruppo appena fondato è tutt’altra: “Dimostra il contrario – sostengono sempre i fondatori di ‘Partinico di una volta’ -: c’è una grande maggioranza di cittadini liberi e onesti che partecipa attivamente ed emotivamente, mostrando un’inaspettata sensibilità verso i vari temi trattati nel gruppo, che vanno dai beni monumentali alla cultura contadina e popolare. Il gruppo è arrivato al cuore e alla mente dei cittadini, soprattutto a quelli silenziosi, che non avrebbero avuto altro modo per far emergere la loro partecipazione attiva a temi culturali. Ci si augura che oltre alla inevitabile nostalgia venga fuori anche un senso di riscatto, di nuova dignità e di rispetto da parte del cittadino partinicese verso la sua città. Il cittadino deve prendere coscienza dei monumenti della città e il ricordo può servire da insegnamento se associato a qualcosa di fisico come una fotografia. Il riconoscimento del patrimonio dei beni materiali e immateriali che Partinico possiede rappresenta il passo obbligato per una loro trasmissione al futuro”.

Ad essere citato sempre lo storico Bonnì che in un altro passaggio dei suoi scritti ha invece aperto uno squarcio di positività: “Per la sua storia millenaria, per la sua gente forte e intelligente, per la fertilità del suolo e per la posizione predominante che occupa nell’amenissima Piana, la nostra Partinico ha tutti i titoli per meritare il rango di una vera città, di una città bella e moderna, ordinata e prospera, industriosa e felice, attiva e socievole e protesa verso un avvenire ancora migliore”.

Ed è quello che tutti si augurano in un presente cupo, e non solo per l’attuale emergenza sanitaria.