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Alcamo, respinto ricorso funzionario Comune che aspirava a posizione organizzativa

Niente annullamento dell’incarico interno al Comune di Alcamo dell’area 1 della direzione 4 “Opere Pubbliche, Protezione Civile e Servizi Manutentivi”. Il funzionario che aspirava a quella posizione organizzativa, Vittorio Sessa, si è visto respingere il ricorso dal tribunale del lavoro di Trapani che con propria ordinanza ha anche condannato l’impiegato al pagamento delle spese di giudizio.

Il funzionario, incardinato come categoria D, venne escluso dalla partecipazione alla selezione interna per il conferimento dell’incarico di posizione organizzativa e lui presentò ricorso per l’annullamento della nomina del responsabile dell’area 1 e di tutti i provvedimenti consequenziali la sua esclusione. Sulla base delle motivazioni che furono esplicitate nel febbraio scorso, quando per l’appunto fu stabilita la nomina di posizione organizzativa, il dirigente della stessa direzione 4, sostenne che Sessa non avrebbe potuto partecipare a quella selezione in quanto nel periodo non risultava essere in servizio.

Effettivamente il funzionario, nel febbraio scorso, stava scontando i tre mesi di sospensione che erano stato frutto del contenzioso sfociato nel licenziamento, annullato però poi dal tribunale di Trapani che ha commutato quel provvedimento per l’appunto in sospensione. Sessa ha deciso di fare ricorso contro la sua esclusione, ritenendola illegittima. Per il giudice del lavoro, Mauro Petrusa, il ricorso è stato considerato “inammissibile, prima ancora che infondato”, in quanto le domande avanzate esulerebbe dal perimetro dei poteri del magistrato.

Secondo il giudice il ricorrente non si è limitato a chiedere la condanna del Comune di Alcamo a ripetere la gara e dunque viene investito “l’agere amministrativo, ben oltre il confine rappresentato dal principio di separazione fra poteri dello Stato”. Petrusa ha precisato che il giudice non ha il potere di imporre ad un’amministrazione, anche laddove questa agisca in veste di datore di lavoro privato, di adottare determinati criteri e non altri per la scelta dei membri chiamati a comporre una commissione giudicatrice.