A tre anni dall’omicidio

Terrasini, fiaccolata per Paolo La Rosa e per chiedere giustizia

In fase di organizzazione una fiaccolata per ricordare Paolo La Rosa, il giovane di 21 anni di Cinisi ucciso nella vicina Terrasini tre anni fa. Imputato per l’omicidio è Alberto Pietro Mulè, 22enne di Cinisi, che uccise il suo coetaneo al culmine di un’accesa discussione fuori da un locale notturno. La fiaccolata sarà un momento di riflessione ma anche per continuare a chiedere giustizia.

La famiglia della vittima non ha nascosto la sua delusione per la sentenza di primo grado nei confronti dell’assassino a cui non è stato dato l’ergastolo, come era stato chiesto dalla Procura, ma 16 anni.

Ecco la lettera della famiglia in preparazione della fiaccolata che si terrà il prossimo 27 febbraio. Alle 17,30 si terrà una santa messa nella chiesa Madre di Terrasini e subito dopo la fiaccolata che farà capolinea in piazza Titì Consiglio, luogo dell’omicidio e dove c’è un’installazione in memoria del ragazzo.

Tre anni.

Tre lunghissimi anni, inesorabili e lenti.

Scanditi dalla mancanza e da un dolore mostruoso perfino ad essere raccontato.

Tre anni da un maledettissimo 24 febbraio 2020 che ha segnato irreversibilmente una famiglia e una comunità intera.

Tre anni da un gesto vigliacco e barbaro, inaccettabile e indifendibile.

Un gesto che ha strappato via una giovane  vita e deformato per sempre il mondo, di chi, quella vita, l’ aveva messa al mondo, la proteggeva, la stava crescendo.

Non esistono parole in grado di descrivere il buio che si è creato tutto intorno ad ogni piccolo passo che, con fatica, la famiglia di Paolo La Rosa, sta cercando di compiere, ogni giorno, nella direzione del recupero, del bene, della giustizia, dimostrando un immenso coraggio che dovrebbe trovare risposta piena nelle autorità.

Quella attesa da questa famiglia, con grandissima dignità, è una giustizia vera.

Una giustizia che di certo  non potrà riportare tra le loro braccia il ragazzo, ma che può ancora evitare che anche loro vengano uccisi dentro, lentamente, da tempi troppo dilatati, da pene incerte con il retrogusto tossico del troppo “poco” del “non abbastanza” che, ad oggi, avvelena le loro vite.

Non è solo una questione di pace per i suoi familiari, qui sono in gioco il valore della civiltà e della vita umana, questo riguarda tutti!

Paolo era un ragazzo di vent’ anni. Poteva essere il figlio di chiunque, non dimentichiamolo mai.

Non è ammissibile che a tre anni dall’ omicidio, questa famiglia,  impegnata a dare comunque esempio di impegno e responsabilità  sociale, debba patire in questo modo, quando invece crede e investe nella giustizia, chiedendo soltanto che chi si sta  occupando del caso, li aiuti a dimostrare, soprattutto ai giovani, che un omicidio non può avere alcun attenuante, nessuno sconto.

Coloro che vorranno  unirsi alla commemorazione di Paolo, manifestando con la loro presenza, una lotta civile alla devianza e alla violenza, possono farlo insieme ai suoi familiari e amici il lunedì 27 febbraio.