La difesa dal suo paese d’origine

Borgetto, bufera sull’assessore Albano “Conosco la famiglia”

Le polemiche continuano a imperversare sull’assessore regionale alla Famiglia Nunzia Albano. Le sue origini familiari continuano a far discutere la politica. E forse non tutti sanno che la Albano è originaria di Borgetto. In questi giorni imperversano le polemiche dopo le notizie trapelate sul padre dell’assessore, condannato per mafia anche se mai in via definitiva.

Le parole dell’assessore andate in onda su “Report” hanno ingigantito le polemiche perché la Albano ha detto che mai avrebbe rinnegato la “storia del padre”, salvo poi l’indomani correggere il tiro e sottolineare che non rinnegherebbe mai il padre e non la sua storia.

Proprio dal suo paese di origine, per l’appunto Borgetto, parte una forte difesa in favore della famiglia e delle sue origini. Non riferite al padre quanto alla madre. A fare questa spassionata difesa è Elisabetta Liparoto, già presidente del consiglio a Borgetto e oggi responsabile provinciale alle Pari opportunità della nuova Dc.

In una lunga lettera racconta di aver personalmente conosciuto la famiglia e di aver visto crescere l’assessore Nunzia Albano. Eccola pubblicata integralmente:

Oggi sono stati scritti  diversi articoli sull’Onorevole Nunzia Albano con l’intento di offuscare volutamente una carriera raggiunta con sacrificio ed onestà.

Io sono di Borgetto il paese che ha dato i natali alla carissima amica Nunzia. Sono più piccola di lei di pochi anni e di questa famiglia ho solo ricordi belli. La Signora Maddalena mamma di Nunzia rimase vedova quando  era giovanissima e con tre bambini piccoli ebbe la forza, la determinazione e il coraggio di portare via dal paese i suoi figli per toglierli da un paese difficile e per dare loro un futuro.

Questa mamma ha cresciuto da sola  i suoi tre  figli e con amore e abnegazione è riuscita nel suo intento. Nunzia e i suoi fratelli si sono fatti onore portando avanti i valori della legalità e  della famiglia. Questi fratelli si sono sempre distinti per grande senso di umanità amore e generosità. Cercare di infangare persone come loro è vergognoso.

Quando è venuto a mancare il loro padre erano dei bimbi e Nunzia aveva solo nove anni, i suoi fratellini erano ancora più piccoli, l’unica cosa che potevano sapere era l’amore per il  loro papà e la loro mamma. Come può oggi una donna affermata e di un età matura rinunciare a quei ricordi d’amore e d’affetto per il papà che amava e dal quale era amata.

L’odio non appartiene a Nunzia ma a chi cerca d’infangare la memoria dell’allora bambina che ha avuto l’ardire di amare e non rinnegare quell’amore. Il resto non è che sporcizia che non appartiene alla famiglia Albano. A loro và la mia solidarietà e il mio sincero affetto.