L'ufficialità

Borgetto, Pino Pirreca ritira la candidatura a sindaco

Adesso è ufficiale, dalla corsa a sindaco a Borgetto ritira la sua candidatura Pino Pirreca. Il già primo cittadino borgettano aveva già fatto intendere nei giorni scorsi delle difficoltà incontrate per chiudere la lista a suo sostegno. Con una nota diramata questo pomeriggio ha quindi confermato che questa difficoltà adesso è divenuta insormontabile e per questo si ritira dalla corsa alle elezioni dell’8 e 9 giugno.

Nel documento in cui rinuncia alla candidatura a Borgetto, Pirreca non ha risparmiato critiche nei confronti dei cittadini: “Non serve lamentarsi, mentre è necessario che ognuno di noi, se può, deve dare una mano alla soluzione dei problemi”.

Restano quindi in corsa in due, il presidente del consiglio comunale uscente Alessandro Santoro e il consigliere comunale e già assessore Roberto Davì.

Ecco il documento integrale di Pino Pirreca che ufficializza il ritiro della sua candidatura:

Comunico nella qualità di referente del Comitato Civico “Democrazia e Sviluppo – per Borgetto”, che questo Comitato ritira dalla competizione elettorale del prossimo 8 e 9 giugno 2024 la candidatura dello scrivente a Sindaco di Borgetto per le motivazioni di cui diremo appresso, ma che intende continuare la sua azione critica e costruttiva al fine di dare attuazione al disegno che stava alla base del nostro progetto. Nel ringraziare tutti coloro che hanno manifestato interesse e consenso alla nostra iniziativa sia come possibili candidati che come sostenitori, auguro al paese di potere avere una amministrazione che sappia portarci fuori dalla crisi in cui siamo. Mi corre obbligo fare alcune puntualizzazioni di ordine generale e poi attinenti alla nostra particolare situazione. Siamo convinti che a Borgetto la gente – alla luce dell’esperienza fallimentare della consiliatura a guida del Sindaco Garofalo – è ormai assuefatta, frastornata, preda di un fatalismo mortificante e arresa all’idea che tanto non cambia niente, tanto sono tutti gli stessi e che non vale la pena di proporsi e che malgrado sia convinta che il paese sia in cattive condizioni, ha quasi paura di entrare nell’agone politico per un presunto timore e per le difficoltà appalesate, che sono anche oggettive, ma che dovrebbero essere invece di stimolo all’azione nella considerazione che non serve a niente lamentarsi mentre è necessario che ognuno di noi, se può, debba dare una mano alla soluzione dei problemi. Così, malgrado tutti i nostri appelli tanti hanno rinunziato a partecipare senza capire che proprio il loro impegno avrebbe fatto la differenza, consentendo così il ricambio della classe politica. Nello specifico caso nostro, mi sento in dovere di evidenziare alcuni fatti che sono alla base della nostra determinazione di ritirarci dalla competizione. La prima e più importante motivazione è che purtroppo alcuni “amici e amiche” – proposti candidati nella nostra lista – ci hanno lasciato, tradendo la fiducia riposta in loro da me e dagli altri candidati e compromettendo le attese di centinaia di cittadini che credevano nel nostro progetto, dimostrando così di non averlo capito, preferendo – senza avere contribuito efficacemente a potenziarlo – la strada facile dell’ammucchiata al gruppo più grosso già precostituito e ritenuto vincente e senza guardare che dentro e dietro quel gruppo vi è il vuoto, il silenzio, l’ansia di vincere ad ogni costo e che alcuni di loro sono i responsabili dell’attuale stato di crisi. Ai tradimenti poi si sono aggiunte le pressioni di ogni genere a vari nostri possibili candidati che sono stati contattati e convinti a temporeggiare e a desistere, compromettendo le nostre possibilità di proposta. Con rammarico devo quindi ammettere che il nostro progetto da tanti apprezzato è fallito non potendo completarsi la lista dei candidati, pagando così lo scotto di una pessima legge elettorale che tradendo il mandato referendario mortifica la partecipazione popolare nella scelta delle candidature alla sindacatura, lasciate in mano a capibastone e gruppi di potere, alimentando la disaffezione alla politica. Mi assumo comunque la responsabilità di tutto ciò e chiedo scusa a coloro che ne restano delusi e/o compromessi, in quanto non avranno una terza opzione di scelta tra i due candidati che rappresentano due facce della stessa medaglia. Purtroppo ho voluto insistere a credere che Borgetto potesse essere pronto a cogliere l’occasione che fornivamo di tentare di costruire una nuova classe dirigente e ad accettare l’idea di un profondo rinnovamento nel modo di amministrare, e di accettare la nostra proposta di vera democrazia partecipativa, di sano risanamento finanziario e di reale sviluppo socioeconomico. Preciso comunque che il nostro impegno politico e le nostre idee rappresentate dal Comitato civico “Democrazia e Sviluppo – per Borgetto” continueranno ad essere presenti nell’agone politico, sia che troviamo un accordo federativo con la lista guidata da Santoro – considerata la chiusura nei nostri confronti da parte della lista Davì – ma con una nostra significativa presenza e previo accordo programmatico, sia che restiamo fuori dalle istituzioni, sapendo di potere essere, per il bene del paese, una coscienza critica e illuminata nei confronti di qualsiasi amministrazione. Grazie a tutti, di cuore.

Giuseppe Pino Pirreca