Revisione inammissibile

Borgetto, omicidio Licari, confermato ergastolo per Bommarito

Inammissibile il ricorso per la richiesta di revisione del processo per Vincenzo Bommarito di Borgetto, per lui ergastolo quindi confermato perché ritenuto uno degli autori del sequestro e della morte del possidente terriero Pietro Licari. A pronunciarsi la seconda sezione della cassazione, come riporta oggi con un articolo in esclusiva il Giornale di Sicilia,  che quindi mette fine all’infinita vicenda processuale.

Viene quindi confermata la tesi della corte d’appello di Caltanissetta che si era già pronunciata sulla vicenda della revisione e si era opposta, confermando a sua volta il carcere a vita per Vincenzo Bommarito.

Bommarito è in carcere da quasi 16 anni, a parte una parentesi di 4 anni quando inizialmente la Procura generale aveva aperto alla revisione. E’ accusato dell’omicidio a scopo di estorsione di Licari. Il suo legale, Cinzia Pecoraro, aveva messo in discussione la gran parte dei riscontri investigativi che vennero raccolti all’epoca dai carabinieri, perquesto era partita la revisione con revioca dell’ergastolo per Bommarito. Anzitutto il suo presunto complice nel rapimento, Giuseppe Lo Biondo, avrebbe mentito nella sua ricostruzione dei fatti. Tanto da aver anche scritto una lettera di scuse anni dopo proprio a Bommarito dicendosi addolorato per averlo tirato ingiustamente in ballo.

Inoltre messa in discussione la raccolta di alcuni reperti, come le cicche di sigaretta trovate nel terreno in cui fu sequestrato Licari sino al decesso, attribuibili a Bommarito che sarebbero state inquinate dai carabinieri che li toccarono più volte senza guanti, come testimonierebbero le immagini girate sulla scena del crimine dagli stessi militari.

Venne smontato, secondo la difesa, anche il movente: si disse che il presunto omicida avesse problemi economici e per questo sequestrò Licari, invece è stata dimostrata la sua condizione economica familiare molto florida. Infine, e non meno importante, la prova forse principe: il fatto che nell’ora della presunta morte di Licari la cella del telefono di Bommarito sarebbe stata agganciata nell’agrigentino, quindi da tutt’altra parte rispetto a dove si consumò il decesso.