Abbandona rifiuti e fa ricorso

Alcamo, lo sporcaccione che vuole ragione e il giudice lo bastona

Lo sporcaccione beccato in flagrante e che per giunta fa ricorso al giudice di pace. Con una tesi quantomeno singolare ha provato a non pagare ma multa e invece alla fine viene stangato.

Abbandona rifiuti per strada, beccato in flagrante dalla polizia municipale presenta anche ricorso al giudice di pace. La sua tesi è stata quella che si sentiva giustificato dal gesto perché nella zona in cui ha riposto il sacchetto c’era già una “montagna di rifiuti abbandonata”. Ricorso contro quella multa che però non trova seguito e il giudice lo condanna a pagare anche le spese di giudizio. Storia davvero singolare quella che vede come protagonista un contribuente alcamese, C.A., 78 anni.

Adesso però, dopo aver perso ilo giudizio, non solo dovrà pagare le 214 euro di sanzione ma anche altri 139 di compenso professionale al Comune per il giudizio oltre ad un rimborso per spese forfettarie e vari altri costi accessori. Ad emettere la sentenza il giudice Paolo Tesoriere che ha respinto la quantomeno originale causa intentata dall’anziano.

In pratica il 78enne non voleva pagare la multa premettendo che per una sua dimenticanza aveva lasciato un sacchetto di rifiuti all’interno della sua auto e che per questo aveva deciso di abbandonarlo in piazza Falcone Borsellino. Lo aveva riposto in pratica sopra una catasta di altri rifiuti abbandonati in una zona dove spesso avviene questa incivile pratica. Ebbene, davanti al giudice ha sostenuto di essersi erroneamente convinto della legittimità della sua azione, in quanto in quella piazza vi era una “inverosimile catasta di rifiuti ammassata, in concomitanza di un’isola ecologica…”.

E per questo l’anziano aveva dedotto che quella “discarica pubblica a cielo aperto in pieno centro urbano” la riteneva “tollerata, seppur non autorizzata”. Ha poi parlato di “inefficienza del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti”. Motivazioni che non hanno convinto il giudice di pace il quale nel rigettare la domanda sostiene: “Il ricorrente aveva la consapevolezza di porre in essere una condotta vietata…  e quell’accumulo di rifiuti era frutto, peraltro, di condotte illecite similari a quella oggetto di addebito”.