L’allarme dei sindacati

Partinico e dintorni, i guai dell’Amap “Rischiamo l’emergenza”

Grido d’allarme lanciato dai sindacati che parlano di rischio emergenza nei comuni gestiti d’Amap, tra cui rientrano anche Partinico, Balestrate, Trappeto e Carini. Ci sarebbe un totale blocco finanziario dell’ente, che gestisce i servizi idrici e fognari, in seguito al sequestro cautelare operato ieri dalla guardia di finanza.

“Siamo estremamente preoccupati per il futuro dell’Amap: gli istituti bancari hanno infatti bloccato il pagamento degli stipendi ai 686 dipendenti e anche le forniture potrebbero essere a rischio, dal carburante alle sostanze per il trattamento delle acque. Chiediamo alle istituzioni di intervenire per evitare un’emergenza che potrebbe travolgere Palermo e quasi tutta l’area metropolitana”. Lo dice Giuseppe Badagliacca di Federenergia Cisal.

“Siamo rispettosi del lavoro degli inquirenti e ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso in tempi rapidi, punendo eventuali comportamenti illeciti – continua Badagliacca – Il blocco della liquidità dell’azienda rischia però di avere conseguenze anche su un servizio delicatissimo come quello idrico e quindi su centinaia di migliaia di cittadini”.

Ieri i finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un sequestro preventivo di circa 20 milioni di euro emesso dal gip di Palermo, su richiesta della procura europea, nei confronti della società a capitale interamente pubblico che gestisce il servizio idrico nel capoluogo e in provincia. Il provvedimento ha colpito i vertici dell’azienda, Giuseppe Ragonese, 63 anni, direttore generale di Amap Spa, Alessandro Di Martino, 53 anni, amministratore unico di Amap spa dal 18 marzo 2019, e Maria Concetta Prestigiacomo, 70 anni, amministratore unico di Amap dal 23 marzo 2014 al 18 marzo 2019.

Sono tutti e tre indagati per per indebita percezione di erogazioni pubbliche aggravato dalla qualifica di “incaricati di pubblico servizio”. Secondo le indagini dei finanzieri avrebbero causato un danno superiore a 100 mila euro agli interessi finanziari dell’unione europea.

L’inchiesta si è focalizzata sul prestito agevolato di circa 20 milioni di euro che la società pubblica aveva ottenuto dalla Bei sul fondo europeo per gli investimenti strategici (“Efsi”) con garanzia concessa dall’unione europea, per la realizzazione di un programma di investimento nel settore della produzione di acqua potabile e trattamento delle acque reflue.

I manager dell’Amap, a cui carico è scattato il sequestro, secondo le indagini per impedire a Bei di procedere alle valutazioni di competenza in merito al rispetto delle condizioni per l’ottenimento o la revoca del finanziamento erogato, avrebbero consapevolmente omesso di comunicare alla banca che tra il 2017 e il 2020, di gravi e reiterate violazioni, anche di rilevanza penale, in materia ambientale, sfociate in un’ordinanza di commissariamento giudiziale emessa nel 2021 dal gip di Palermo e nella successiva richiesta di rinvio a giudizio dei responsabili. L’udienza per il rinvio a giudizio è fissata a luglio.