Effettuati prelievi

Partinico, scarichi oleari sospetti nelle fogne del centro storico, scatta indagine

Sospetti scarichi oleari nelle condotte del centro storico di Partinico. E’ questo il fondato sospetto su cui sta indagando la polizia municipale da diversi giorni con due diverse segnalazioni di scarico illecito che si sono verificate ultimamente. Sulla base di questo input i caschi bianchi si sono messi la lavoro con diversi blitz che hanno portato a puntare i fari su un frantoio che insiste in centro storico. Gli agenti sono risaliti seguendo il percorso che avrebbero fatto questi reflui e facendo dei prelievi in punti diversi tra via Francesco Crispi e corso dei Mille.

“Le indagini proseguono – afferma il comandante della polizia municipale, Gianluca D’Asaro – per cercare di capire anzitutto con certezza la natura del refluo che sembra uno scarto di lavorazione olivicola. Abbiamo fatto prelievi e campionamenti e inviato tutto all’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente. Aspettiamo i risultati di queste analisi per avere conferme”. I tecnici del Comune hanno anche effettuato delle ispezioni all’interno dell’azienda sospetta per poter avere riscontri.

A Partinico non è certo la prima volta che emergono problemi di questo tipo, con reflui sospetti scaricati nelle condotte fognarie o anche lungo i torrenti. Sovente si è parlato di scarti industriali, vitivinicoli e oleari sul torrente Puddastri, simbolo da decenni del degrado e dell’inquinamento ambientale. Numerose nei decenni sono state le denunce di volontari e ambientalisti. Spesso a finire sotto i riflettori è stato il corso del fiume che va a confluire sul mare di San Cataldo che da tempo immemorabile, proprio per questi sversamenti inquinanti, non è balenabile.

Tanti gli interventi della guardia costiera ma anche della polizia municipale dei tre paesi confinanti, vale a dire Partinico, Trappeto e Terrasini. Nel tempo sono stati diversi i prelievi fatti sul Nocella e lungo i fiumi che vi confluiscono da parte dell’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente. Il responso alla fine è sempre stato lo stesso: inquinamento industriale e di reflui civili. Sono questi i due elementi che caratterizzano il grave inquinamento che da decenni si consuma lungo questo vasto tratto di costa che va da Balestrate sino a Terrasini.

Sono stati rilevati più volte significative presenze di Escherichia Coli derivante, ovviamente, dallo scarico di acque reflue urbane da impianti di depurazione non strutturati per l’idoneo abbattimento della carica batterica. E poi c’è la strana colorazione rossastra derivante da reflui di matrice vinaria probabilmente immessi nel tratto tra la confluenza del Puddastri e la foce del Nocella, e anche da reflui della lavorazione dei frantoi.